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Uno screenshot del portale Osservatorio Balcani e Caucaso. |
Un'idea di Europa
Lorenteggio, #573
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Una delle piante che verranno sradicate. (Foto Pagina Facebook Comitato Lorenteggio Foppa Washington) |
E' un copione ben noto nella civiltà contemporanea. Lo Stato, il Comune, la Regione o chi per essi decide di costruire un'opera, che giocoforza rivoluzionerà l'ambiente circostante. La cittadinanza toccata sul vivo si muove per far sentire la propria voce. E, come ricorda la giornalista messicana Cynthia Rodriguez nel blog "La città nuova" del Corriere della Sera, talvolta la voce della popolazione può avere la meglio. Sul progetto del Tren Elevado in Messico, fu il parere (unito) del popolo ad avere la meglio. Chissà che a Lorenteggio una proposta costruttiva della cittadinanza possa garantire un futuro alle 573 piante milanesi.
Ilaria, quando alla corsa agli stand-up è preferita la ricerca della verità
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Ilaria Alpi, inviata in Somalia negli anni Novanta. Foto Giornalistitalia.it |
Lei, trentaduenne e alla prima missione da inviata, fu l'unica - sempre in prima linea e tra le linee - a provare a districare la complessa matassa di intrighi internazionali che si celavano dietro la guerra civile somala degli anni Novanta. Non è difficile amare il giornalismo, è molto meno semplice invece onorarne nel profondo la professione. Ilaria non amava le conferenze stampa preconfenzionate, lei stava sul campo, tra le donne, tra la gente di Mogadiscio. Alla corsa agli stand-up preferiva l'approfondimento. Grazie a questa visuale non protocollata, non accomodante, non tradizionalmente embedded, Ilaria intravide quello che ancora oggi, ventuno anni dopo la sua morte, è stato secretato e in gran parte oggetto di depistaggi dai Servizi.
I recenti sviluppi d'indagine giornalistica - raccontati da Chi l'ha visto e dalla docu-fiction di Rai Tre - forniscono carburante vitale alla ricostruzione di uno scenario estremamente labile nel quale Ilaria si era introdotta, nella ricerca della verità. "Nessuna rapina o tentativo di sequestro. Ilaria Alpi e Miran Hrovatin sono caduti in un agguato, studiato nei dettagli, per zittire una giornalista divenuta ormai estremamente pericolosa e, con lei, il suo operatore". Così scrive Repubblica dopo gli ultimi sviluppi. Ilaria, inviata del Tg3 nel 1994, avrebbe raccolto in Somalia - tra Bosaso e Mogadiscio - indizi sufficienti per smascherare un traffico d'armi clandestino. Ventun'anni dopo, il modo migliore per onorare la voce coraggiosa di Ilaria Alpi è condividerne la travolgente passione che le faceva portare l'amore per la popolazione somala e la verità nel cuore.
Remembering, la riconquista della dignità perduta
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Ai Weiwei davanti all'elenco dei nomi dei bambini morti nelle scuole crollate nel sisma del Sichuan. (Foto artasiapacific.com) |
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"Remembering". Ai Weiwei, Haus der Kunst. Monaco di Baviera, 2009. (Foto imageobjecttext). |
Hua Lian Ba Er, documentario realizzato nel 2009 da Ai Weiwei e i suoi collaboratori, sull'indagine condotta dall'artista-attivista cinese per restituire un nome a tutti i bambini morti nel terremoto del Sichuan del 2008.
4851, lungometraggio realizzato nel 2009 da Ai Weiwei, dove scorrono senza sosta i nomi delle migliaia di bambini morti nel terremoto del Sichuan.
Pacific trash vortex
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Riproduzione grafica del posizionamento del Vortex. (Foto http://local-info.co.za/) |
Il video di Greenpeace (http://www.greenpeace.org/international/en/campaigns/oceans/fit-for-the-future/pollution/trash-vortex/) mostra, attraverso una simulazione, gli effetti e l'evoluzione temporale del Pacific Trash Vortex.
La memoria è geografica e labile
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La prima pagina del "New York Times" del 29 giugno 1914. Con la notizia dell'assassinio dell'arciduca Franz Ferdinand a Sarajevo. (Foto coaloalab.altervista.org) |
Nel 1914 scoppiò la Prima Guerra Mondiale, nel 1915 l'Italia entrò nella Grande Guerra. Un conflitto che segnò un cambio epocale. Si entrò di fatto nell'era contemporanea. Dall'età imperiale a quella che poi avrebbe portato a industrializzazione e globalizzazione.
Ma il fatto che, tre generazioni dopo, agli italiani vada spiegata la Grande Guerra è un dato estremamente significativo, dove le componenti della memoria si intersecano. Geograficamente la memoria varia. A Trieste, Trento e sulle vette alpine non c'è bisogno di doverlo spiegare quel conflitto. In buona parte del Belpaese, a differenza della Seconda Guerra Mondiale, sì.
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La prima pagina del "Corriere della Sera" del 29 giugno 1914. |
E' forse necessaria una riflessione sull'insufficienza di attenzione e approfondimento che la cultura e l'informazione massificata sta producendo.
Ci riempiamo le menti, gli occhi e le pance di parole, titoli, scoop e immagini, tutte destinate a lasciare prontamente il posto a nuove, fresche, parole, immagini, scoop, in grande parte superficiali. La massificazione dei contenuti può uccidere il contenuto stesso e la vittima è la memoria.
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